15 aprile 2022, venerdì santo

Via Crucis: Non c’è passione senza resurrezione

dalla chiesa di S.Lazzaro alla chiesa di S.Francesco

Questa sera alle ore 21 a partire dalla chiesa di San Lazzaro fino ad arrivare alla chiesa di San Francesco, ci sarà la celebrazione della VIA CRUCIS.

libretto in pdf:   via crucis

 

Via Crucis – Parrocchie di San Lazzaro e di San Francesco

Venerdì 15 aprile 2022

Non c’è passione senza resurrezione

Ci incontriamo di nuovo, dopo l’ “isolamento” del Covid, per percorrere la via crucis, in comunione con tutti i Cristiani del mondo, che oggi compiono questo stesso rito, forse in questo stesso momento. Ma ci uniamo anche con le numerose generazioni cristiane dei secoli passati, che hanno alimentato la loro fede con questo cammino della croce, arricchito e compiuto nella contemplazione amorosa del mistero dell’amore di Cristo. Anche noi abbiamo voluto deporre ai piedi della croce le sofferenze nostre e quelle dei nostri amici, testimoniando la verità di questo grande mistero: non c’è dolore senza consolazione e non c’è morte senza resurrezione.

Con questo spirito ci disponiamo ad accompagnare Gesù nel cammino che lo porta alla croce, seguendo passo a passo gli ultimi momenti della sua vita.

Canto: Chi ci separerà

  1. Chi ci separerà dal suo amore,
    la tribolazione, forse la spada?
    Né morte o vita ci separerà
    dall’amore in Cristo Signore.
  2. Chi ci separerà dalla sua pace:
    la persecuzione, forse il dolore?
    Nessun potere ci separerà
    da Colui che è morto per noi.

 

Saluto

  1. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
  2. Amen.
  3. La pace sia con voi.
  4. E con il tuo spirito.

 

Preghiamo

Dio onnipotente ed eterno, che scegliesti che il nostro Salvatore si facesse uomo e morisse sulla croce, per mostrare al genere umano una vita ancorata alla tua volontà, concedi a noi che la testimonianza della sua passione ci serva da esempio per aver parte un giorno alla sua gloriosa resurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

I STAZIONE – GESÙ È CONDANNATO A MORTE

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Lettore: “Chiese [Pilato alla folla] ”Che farò di Gesù chiamato Cristo?” Tutti risposero: “sia crocifisso”. Ed egli disse:  ”ma che male ha fatto?” Essi allora gridavano più forte: “Sia crocifisso!”. Pilato visto che non otteneva nulla, anzi, che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla dicendo:” non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi”.  Allora, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso”. (Mt.27,22-26)

Testimonianza: All’ottavo mese di gravidanza ebbi un’emorragia. L’ostetrica mi mandò subito alla “maternità” (allora in via d’Azeglio), da dove, viste le mie condizioni, fui  mandata  subito al Sant’Orsola. Al parto, io e il mio bimbo fummo giudicati gravissimi. Lui, non me lo fecero neppure vedere, fu portato nel reparto “immaturi”. Un mese di ricovero per entrambi, (fu veramente una via crucis anche quella!)  poi fummo dimessi: io perché fuori pericolo, il bimbo perché senza speranza. Una dottoressa amica ci consigliò il ricovero in una clinica privata, anche per me, per stare, finalmente, vicino a mio figlio e allattarlo. Ma quando lo vidi!… in quella culla, le braccine allargate e fermate alle flebo, le gambine legate a tubicini  grossi per lui, così magro!…Mio Dio! Sembrava crocifisso! Anche lui condannato a morte, come Gesù. Ma anche per noi, come per Gesù, ci fu la Resurrezione. Ora sono qui, circondata da nipoti e nipotini, a testimoniare la Vita.

 

Dalla liturgia di Pasqua:  “Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello,  il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa”

 

Canto: Eccomi

Rit. Eccomi, eccomi! Signore, io vengo.
Eccomi, eccomi! Si compia in me la tua volontà
.

  1. Nel mio Signore ho sperato e su di me s’è chinato
    ha dato ascolto al mio grido, m’ha liberato dalla morte.
  2. I miei piedi ha reso saldi, sicuri ha reso i miei passi.
    Ha messo sulla mia bocca un nuovo canto di lode.
  3. Il sacrificio non gradisci, ma m’hai aperto l’orecchio,
    non hai voluto olocausti, allora ho detto: io vengo!

 

II STAZIONE – GESU’ E’ CARICATO DELLA CROCE

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Lettore: “Pilato lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù, ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del cranio, in ebraico Golgota.” (Gv.19,16-17)

 

Meditazione:  “Si avviò” Lui solo? Eppure c’erano i soldati con lui e anche la folla. Ma Gesù ha voluto conoscere anche questo, della nostra umanità: la solitudine nella sofferenza. Molti malati di Covid ne hanno fatto esperienza. Ma proprio per questo, sapendo che siamo tutti fratelli, ci ha voluto lasciare in dono la Comunione dei santi. Perché, per Lui, siamo tutti figli di Dio. Essere in Comunione fra di noi, sentire la preghiera dei fratelli, anche se lontani, ci salva dal percorso in solitudine verso e sotto la croce. Ma ci fa anche conoscere e gustare il Suo Amore, proprio attraverso l’unità fra di noi. Questo ci consola e ci fa riacquistare e sperimentare la Pace che è Lui”.  Camminate insieme!, ci dice, e io guadagnerò, per voi, il Paradiso, anche su questa terra.”

 

Preghiamo: “O Dio, il cui unico figlio ha preso su di sé la povertà e la debolezza di tutti gli uomini, rivelando il valore misterioso della sofferenza, benedici i nostri fratelli infermi, perché tra le angustie e i dolori non si sentano soli, ma uniti a Cristo godano della consolazione promessa agli afflitti.

 

 

Canto: ECCO L’UOMO

  1. Nella memoria di questa passione
    noi ti chiediamo perdono, Signore
    per ogni volta che abbiamo lasciato
    il tuo fratello morire da solo.

Rit. Noi Ti preghiamo Uomo della croce
Figlio e fratello noi speriamo in Te. (2 v)

  1. Nella memoria di questa tua morte,
    noi ti chiediamo coraggio, Signore
    per ogni volta che il dono d’amore
    ci chiederà di soffrire da soli.

 

III STAZIONE – GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Meditazione: Ogni caduta è caduta dall’alto. E ogni caduta è diversa dall’altra e lascia sul corpo e nella psiche segni molto profondi. Se cade Cristo allora cade la nostra certezza che lui poteva sostenerci. Non aveva detto “Il mio giogo è dolce e il mio peso leggero” (Mt 11,25-30)? Come fa a cadere Colui che è stato mandato per risollevare nell’uomo l’immagine di Dio? Di chi possiamo fidarci allora, su chi possiamo contare?

Lavorando con le donne vittime di violenza e le famiglie fragili di ogni tipo di fragilità, vedo che la caduta non ha un solo inizio e una sola fine. Ci sono cadute che si prolungano nel tempo e aprono voragini in cui spesso i più piccoli, i bambini sicuramente, precipitano senza averne colpa, senza accorgersene. Cadute di cui le donne portano la colpa per non aver distinto prima dell’inciampo la strada più sicura. Continuare a cadere è riconoscere la colpa di non essere state in grado di proteggere se stesse e i figli dalla caduta in una vita faticosa, non degna di essere vissuta.

Ma quando Cristo cade, quando cade anche Cristo, allora l’Alto si abbassa e anche lì in basso, nel fango, nella polvere, nella voragine che si è spalancata chiunque può incontrare Dio. Nemmeno cadendo siamo soli perché quell’atto l’ha vissuto e quindi attraversato anche lui. E attraversandolo l’ha reso degno di essere vissuto. La caduta non è più allontanamento dall’alto ma spostamento dell’Alto verso il basso. Allora nel basso c’è una parte di Alto. Cristo cade e ci raggiunge per affiancarci e dopo, solo dopo averci incontrati nell’atto del cadere ci offre di sollevarci. E ogni volta che ci rialziamo dopo ogni tipo di caduta, o quando proviamo a rialzare chi è caduto siamo insieme a Colui che si è rialzato anche dalla morte, l’ultima caduta.

Preghiamo: Quando la sofferenza è incomprensibile e ci sentiamo privi della capacità di capire la caduta di Cristo, noi Ti preghiamo, Signore, come ci insegna l’apostolo Giacomo: “Tu che doni a tutti con semplicità e senza condizioni, donaci la sapienza per comprendere, e la Fede per non esitare, e la certezza che ci darai ciò che domandiamo”.

 

Canto: SE M’ACCOGLI

Tra le mani non ho niente, spero che mi accoglierai:
chiedo solo di restare accanto a Te.
Sono ricco solamente dell’amore che mi dai: è per quelli che non l’hanno avuto mai.

Rit. Se m’accogli, mio Signore, altro non ti chiederò, e per sempre la tua strada la mia strada resterà. Nella gioia e nel dolore, fino a quando Tu vorrai, con la mano nella tua camminerò.

 

 

IV STAZIONE – GESÙ INCONTRA SUA  MADRE

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Lettore: I vangeli non ci informano su questo incontro, ma certamente è avvenuto perché  sappiamo che Maria era ai piedi della croce. Ed è interessante e commovente sapere che è stata la devozione popolare a inserire questa stazione, frutto di una partecipazione amorosa, tipicamente femminile.

 

Meditazione: Pensiamo a questa mamma, mamma di un figlio “difficile da capire”. Il Vangelo ripete in diverse situazioni: “Maria custodiva tutte queste parole, meditandole nel suo cuore”.  Infatti non poteva capire: “lo Spirito Santo scenderà su di te….  darai alla luce un figlio e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo…Dio gli darà il trono di Davide suo padre…” E come poteva capire? quando nacque non c’era che la paglia di una mangiatoia per la culla di un re!! A maggior ragione non poteva capire quella condanna a morte, ingiusta e infamante; ma certamente ricordò e capì, là in quella strada che portava alla croce, la profezia di Simeone: “a te una spada trafiggerà l’anima”. E certamente ripeté, come allora all’angelo, nella sua grande Fede: “avvenga per me secondo la tua parola”.

 

Preghiamo: Madre del Figlio di Dio e di tutti noi che, per Lui, siamo diventati figli tuoi, prega per noi, peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.

 

 

 

Canto: AVE MARIA

Rit. Ave Maria, ave –  Ave Maria, ave

  1. Donna dell’attesa e madre di speranza, ora pro nobis
    donna del sorriso e madre del silenzio, ora pro nobis
    donna di frontiera e madre dell’ardore, ora pro nobis
    donna del riposo e madre del sentiero, ora pro nobis
  2. Donna del deserto e madre del respiro, ora pro nobis
    donna della sera e madre del ricordo, ora pro nobis
    donna del presente e madre del ritorno, ora pro nobis
    donna della terra e madre dell’amore, ora pro nobis

 

 

V STAZIONE – GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE.

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Lettore: Costrinsero a portare la Sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo. Condussero Gesù al luogo del Golgota che significa “luogo del cranio”. (Mc.15,21)

Riflessione: “costrinsero”. Che cosa avrà provato Simone di Cirene: ribellione per la prepotenza dei soldati? seccatura per quel delinquente che gli è venuto fra i piedi, proprio quando stava per arrivare a casa a godersi il riposo sabbatico? Rabbia per doversi ancora sobbarcare, dopo una giornata di lavoro, a una trave pesante da portare sulle spalle? Eppure l’evangelista non solo ci parla di lui, ma anche ci tramanda i nomi dei suoi figli, il che significa che erano persone note nella primissima “Chiesa” che si formò, dopo la Pentecoste. Quel cammino in salita, fino al Calvario, portò dunque Simone a credere in Gesù? Quel legno, che era certamente bagnato del sangue e sudore di Gesù, gli avrà fatto sentire, fisicamente, quella sofferenza che ora provava anche lui. Provava o condivideva?  Certamente quel tronco era impregnato anche della “forza divina” di Gesù, che aveva guarito i malati, che aveva resuscitato i morti, e che ora chiamava Simone a venire dietro di Lui portando la sua croce.

Preghiamo: Preghiamo Dio che ci fa conoscere la Sua volontà attraverso le vie misteriose della storia, perché tutti gli uomini scoprano il Suo progetto di amore e collaborino alla salvezza del mondo.

 

Canto: APRI LE TUE BRACCIA

  1. Hai cercato la libertà lontano,

hai trovato la noia e le catene,
hai vagato senza via, solo, con la tua fame.

Rit. Apri le tue braccia, corri incontro al Padre;
oggi la sua casa sarà in festa per te.

  1. Se vorrai spezzare le catene

troverai la strada dell’amore;
la tua gioia canterai: questa è libertà.

 

VI STAZIONE – LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESU’

 

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Testimonianza: Davanti al dolore e sofferenza del corpo e dell’anima di qualcuno, soprattutto se ci è caro, ci si sente inutili ed impotenti… però si può dare sollievo! La Veronica non poteva certo impedire l’atroce supplizio a cui era stato condannato Gesù, ma gli è rimasta vicino, con un piccolo gesto, umile, ma prezioso: detergerlo dal sudore.  Mi è capitato, nel mio pur limitato volontariato, di assistere al pianto disperato di una bambina operata e costretta a letto…che fare? L’ho accarezzata, ho preso un fazzoletto inumidito e profumato e le ho rinfrescato la fronte. Il dolore non è passato, ma ero lì, acconto a lei, non l’ho abbandonata. Questa immagine si è stampata nel mio cuore e mi aiuta a non fuggire di fronte al dolore altrui, come a volte sarei tentata di fare, ma di restare, di offrire un sia pure breve sollievo…. e il Signore, ogni volta, mi lascia un po’ di sé stesso, per farmi sentire la Sua presenza.

 

Preghiamo:  Consola gli afflitti, Signore, con la forza del tuo amore, fa’ che sentano accanto a sé la solidarietà dei fratelli.

 

Canto: Signore dolce volto

  1. Signore dolce volto, di pena e di dolor,
    o volto pien di luce, colpito per amor,
    avvolto nella morte, perduto sei per noi;
    accogli il nostro pianto, o nostro Salvator.
  2. O Capo insanguinato del dolce mio Signor,
    di spine incoronato, trafitto dal dolor.
    Perché son sì spietati gli uomini con Te?
    Ah, sono i miei peccati! Gesù, pietà di me!

 

VII STAZIONE – GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA.

 

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Lettore: La trave orizzontale della croce è, sì, portata dal Cireneo, ma Gesù come può, ancora, e ancora, e per di più in salita, camminare? con le spalle, la schiena, le gambe lacerate dalla flagellazione?

 

Testimonianza:

“Sono qui: / Riconosco che sei stato Tu a volermi qui.

E poiché il Tuo volere scaturisce dall’amore, / fa’ di me quello che vuoi.

Sono qui: / Mi arrendo, mi affido.
Solamente, Ti prego, non chiedermi qualcosa / che possa spaventarmi.

Abbi pietà delle mie paure / E delle mie debolezze.

 

Canto: Beato l’uomo

RIT. Beato l’uomo che retto procede
e non entra a consiglio con gli empi
e non va per la via dei peccatori
nel convegno dei tristi non siede.

  1. Nella legge del Signore
    ha riposto la sua gioia;
    se l’è scritta sulle porte
    e la medita di giorno e di notte.

 

 

  1. E sarà come l’albero
    che è piantato sulle rive del fiume,
    che dà frutto alla sua stagione,
    né una foglia a terra cade.

 

VIII STAZIONE – GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME:

 

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Lettore: “Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù voltandosi verso di loro disse: ”Figlie di Gerusalemme non piangete su di me, ma piangete su di voi e sui vostri figli. Ecco verranno giorni nei quali si dirà. “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: ”Cadete su di noi!” ” e alle colline “copriteci”. Perché se si tratta così il legno verde, che avverrà di quello secco?” (Lc.23, 27-31)

 

Meditazione: Il pianto delle donne è certamente di dolore, condivisione del dolore di Gesù condotto a morte, morte ingiusta e infamante. Ma è il pianto senza speranza, di chi pensa che la morte sia la fine di tutto, e oltre la morte non vede più nulla. Da qui il rimprovero di Gesù, perché “pensano secondo gli uomini e non secondo Dio”. In cima al Golgota c’è la croce, sì, e anche il sepolcro. Ma quel sepolcro, dal terzo giorno in poi, e ancora dopo due mila anni, testimonia la resurrezione.

 

Preghiamo: Donaci, Signore, un cuore aperto, che sappia piangere con chi piange, ma anche una Fede che sappia vedere la luce della resurrezione e la sappia annunciare.

 

 

Canto: Santa Maria del Cammino

  1. Mentre trascorre la vita solo tu non sei mai;
    Santa Maria del cammino sempre sarà con te.

Rit. Vieni, o Madre, in mezzo a noi, vieni Maria quaggiù.
Cammineremo insieme a te verso la libertà.

  1. Quando qualcuno ti dice: “Nulla mai cambierà”,
    lotta per un mondo nuovo, lotta per la verità!

 

IX STAZIONE – GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA.

 

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Testimonianza: Anch’io ho dovuto portare una croce che mi ha fatto cadere più volte.  Avevo otto anni e quel giorno, tornato da scuola, trovai mio padre a terra in una crisi ipoglicemica. Da quel giorno conobbi solo in famiglia l’ansia di mia madre che mi impediva ogni sport e gioco, per lei pericolosi; e la malattia di mio padre, ormai solo ed unico suo interesse. Non conobbi né l’amare né l’essere amato, finché incontrai quella che ancora oggi è al mio fianco. Fu come una grande ondata di felicità che mi avvolse, ma non veniva solo da lei, fuori di me; era anche dentro di me. Era un amore che aveva bisogno di offrirsi agli altri, di donare ad altri ciò che era stato rifiutato a me.  Come il lievito nascosto nella pasta era presente nel profondo del mio essere e misteriosamente mi aveva intriso, a poco a poco fino a farmi vivere veramente da risorto. E allora conobbi che il peso di Gesù poteva diventare soave e il suo giogo leggero.

 

Preghiamo: con la lode a Dio del profeta Isaia: “O Signore Tu dai forza allo stanco, moltiplichi il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano in Te, Signore, riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi”.

 

 

 

Canto: Se tu m’accogli Padre Buono

  1. Se Tu mi accogli, Padre buono, prima che venga sera,
    se Tu mi doni il tuo perdono, avrò la pace vera:
    Ti chiamerò, mio Salvatore, e tornerò, Gesù, con Te.
  2. Se nell’angoscia più profonda, quando il nemico assale,
    se la tua grazia mi circonda, non temerò alcun male:
    T’invocherò, mio Redentore, e resterò sempre con Te.

 

 

X STAZIONE – GESÙ È INCHIODATO SULLA CROCE

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Lettore: “Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero Lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: ”Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Po dividendo le sue vesti le tirarono a sorte. Uno dei malfattori appesi alla Croce Lo insultava:” non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”. L’ altro invece Lo rimproverava dicendo :” non hai alcun timore di Dio, tu sei condannato alla stessa pena? Egli non ha fatto nulla di male”. E disse: ”Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gli rispose : ”in verità io ti dico: oggi con me sarai in Paradiso”. (Lc. 23,33-34 ;39-43)

Commento: E’ difficile per noi esseri umani chiedere perdono e perdonare.
Chiedere perdono vuol dire accantonare il proprio orgoglio, rendersi umili, vedere la trave dentro il proprio occhio, riconoscere le proprie colpe come ha fatto il ladrone crocifisso insieme a Gesù.
Chiedere perdono vuol dire sentirsi liberi di ricominciare ad amare Dio e i fratelli e di sentirsi amati.
Perdonare vuol dire amare, si riesce a perdonare quando ci si sente perdonati.
Come il Signore nella sua grande misericordia è sempre pronto a perdonarci ogni volta che glielo chiediamo, così anche noi possiamo perdonare i fratelli accettando le loro debolezze, le fragilità, i loro difetti che ci hanno ferito anche profondamente.
Alziamo gli occhi verso la CROCE, guardiamo Gesù che, con le sue braccia aperte come in un abbraccio, perdona quelli che lo hanno crocifisso.

Preghiamo: Donaci, o crocifisso per amore, quel tuo perdono che dimentica e quella tua misericordia che ricrea.

 

 

Canto: In te la nostra gloria

Rit. In te la nostra gloria, o Croce del Signore.
Per te salvezza e vita nel sangue redentor.
La croce di Cristo è nostra gloria,
salvezza e risurrezione

  1. Dio ci sia propizio e ci benedica, e per noi illumini il suo volto.
    Sulla terra si conosca la tua via; la tua salvezza in tutte le nazioni.

 

 

 

XI STAZIONE – I SOLDATI SI DIVIDONO LE VESTI DI GESÙ

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Lettore:  “I soldati poi, quando ebbero crocefisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. [Perciò dissero tra loro: “non stracciamola ma tiriamo a sorte a chi tocca”. Cosi si compiva la Scrittura che dice: “Si sono divisi tra loro le mie vesti /e sulla mia tunica hanno gettato la sorte”. E i soldati fecero cosi. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Magdala. Gesù allora vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che Egli amava, disse alla madre: ”Donna ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: ”ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo la accolse con sé.” (Gv19,23-24.27)

 

Commento: Inchiodare alla croce un corpo umano, è il loro lavoro per i soldati; quel giorno fu più gradevole perché potevano giocarsi a dadi le vesti di cui lo avevano spogliato. Terribile la scena: Gesù, in alto sulla croce,  sta morendo nei dolori più atroci e chiede per loro il perdono; in basso, seduti in terra, i soldati giocano a dadi nella più totale allegra indifferenza, non sapendo, nella loro incoscienza e ignoranza, di dare compimento alla profezia che parlava proprio di loro e del crocifisso; poco lontano da loro lo straziante congedo di Gesù a sua madre e al suo discepolo prediletto.

 

Testimonianza: Sono una studentessa presso l’università gregoriana di Roma. Vengo da un paese asiatico, dove da tre anni, a causa della pandemia, non posso tornare. E da tre anni mi soffermo a pregare e meditare davanti al quadro che rappresenta Gesù che sulla croce affida sua madre al suo amato discepolo: “Donna, ecco tuo figlio” e “Ecco tua madre”.  Nel mio cuore si è stampata un’altra immagine simile: il viso addolorato   della madonna è quello della mia mamma. Dopo la morte di papà, mamma è l’unica persona a cui voglio un bene immenso e mi manca tanto…. In questi tre anni quante volte il volto della mamma è entrato nel mio sogno per il desiderio di baciarlo! Quante volte mi sono sciolta in lacrime mentre accarezzavo la sua foto! Tale mancanza mi fa capire e mi unisce profondamente al dolore della madre e del figlio, divino sì, ma anche uomo.   Prego Dio Padre e il suo figlio Gesù, per la mia mamma e per tutte le mamme del mondo, e per i loro figli che sono costretti o dalle pandemie, o dalle guerre, o dal lavoro ad essere lontani, affinché possano trovare conforto e speranza nella fede.

 Signore Gesù, tu hai voluto che ai piedi della croce tua madre condividesse i tuoi dolori; fa che la Chiesa, associandosi con Maria alla tua passione, meriti di partecipare alla tua risurrezione.

 

Canto: Ubi caritas et amor, ubi caritas Deus ibi est.

XII STAZIONE – GESU’ MUORE IN CROCE

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Lettore: Dopo questo, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la scrittura, disse: ”ho sete”……e dopo aver preso l’aceto, disse :”E’ compiuto”. E, chinato il capo, consegnò lo spirito”. (Gv.19-28)

 

Testimonianza: Francesca – una ragazza di diciott’anni, al culmine della sua energia vitale e bellezza –, dopo aver suonato in pubblico il Quintetto di Schubert con due violoncelli – uno dei pezzi più profondi della storia della musica –, mi disse con serietà e profonda gioia: “Maestro, ora posso morire”. In quella sera per Francesca si compiva l’apprendistato artistico. In quella sera per Francesca nasceva la vita di musicista vera. Potrà tante volte ripensare o sentire dentro di sé quella frase illuminante, ispirata dalla Bellezza del divino che ci parla e ci invita. Anche i suoi anni di preciso e appassionato apprendimento musicale vengono riscoperti nel nuovo profondo significato. Anche loro erano stati guidati e calamitati dal nuovo profondo significato, sentito quella sera. Erano stati anni essenziali. Senza la gioia, la fatica, la passione, i momenti di scoramento… senza tutto l’apprendistato umano e artigianale – guidato dalla Bellezza – Francesca non si sarebbe potuta trovare dove si trovava quella sera. Ma ora è libera! Libera di vivere tutta la sua vita di artista. Libera di morire quando sarà il suo momento. Libera di vivere, libera di morire. Libera dalla vita, libera dalla morte. La Bellezza l’ha chiamata. Lei ha sentito e ha risposto di sì.

 

Preghiamo: Uniti in Te, istante dopo istante – aperte le orecchie dai veli di morte che ci assordano – risuoniamo e rinasciamo nella Bellezza della Tua voce. In ogni istante accade morte e rinascita: basta sintonizzarci sulla giusta frequenza di silenzio,

 

Canto: Oh adoramus te domine

 

 

XIII STAZIONE – GESU’ E’ DEPOSTO DALLA CROCE

 

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Lettore: “Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodemo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa 30 chili di una mistura di mirra e aloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme agli aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura”. (Gv.19, 38-40)

 

Lettore: “O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?  Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.1Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.”  (Rm 6, 3-4.11)

 

Canto: Mi arrendo al tuo amore Gesù

Sotto la tua croce apro le mie braccia,
accolgo il tuo perdono, la tua misericordia.
Adoro nel silenzio il tuo splendore,
il volto tuo che libera il mio cuore.

Rit. M’arrendo al tuo amore Signore Gesù, non posso restare lontano da te. M’arrendo al tuo amore Signore Gesù, alla tua presenza per sempre resterò.

 

 

XIV STAZIONE – GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO.

 

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Lettore: Nel luogo dove era stato crocifisso vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù”. (Gv 19, 41-42)

 

Riflessione: di un Santo spagnolo del XVI secolo: Giunta l’ora della sepoltura, lo avvolgono in un lenzuolo pulito, coprono il suo volto con un sudario e, postolo su una barella, lo conducono al luogo del sepolcro e lì depositano quel prezioso tesoro. Il sepolcro fu coperto con una pietra e il cuore della Madre con una oscura nebbia di tristezza. Lì si congeda da suo figlio; lì comincia a sentire la sua solitudine; lì si vede già privata di tutto il suo bene; lì le rimane il cuore sepolto dove restava il suo tesoro (San Pietro d’Alcántara)

 

Canto: Il signore è la mia forza

Il Signore è la mia forza,
mio Canto è il Signor,
egli è il salvator
in Lui confido non ho timor,
in lui confido, non ho timor

 

 

XV  STAZIONE – GESÙ RISORTO.

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Lettore: “Maria stava vicino al sepolcro e piangeva si voltò indietro e vide Gesù in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù : ”Donna, perché piangi? Chi cerchi?” Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse :”Signore se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo”. Gesù le disse: “Maria!” Ella si voltò e gli disse in ebraico: “Rabbunì!”, che significa: ”Maestro!” (Gv.20,11.14-18)

Poesia:

Il sepolcro vuoto nel fresco dell’alba / come il guscio di un seme aperto.

Un corpo assente. / Una donna d’indomito amore: / dove l’avete posto?

Il Risorto riflesso / nel profondo delle lacrime: / ”donna perché piangi?”

“Rabbunì!” “Non mi trattenere. Devo andare / Dalle tue lacrime a tutte le lacrime /

Del mondo / da questo sepolcro agli Inferi / del mondo

Vado a rotolare via i massi / dalla imboccatura dei cuori / vorrei iniziare la primavera /

Dei rapporti nuovi. / Non solo sono Risorto /

SONO LA RESURREZIONE

 

CONCLUSIONE

Abbiamo percorso con Gesù il cammino della croce, frutto di una vita e di un amore più grande del peccato e della morte. L’Amore che ha l’ultima parola su tutto, l’Amore del Padre che ascoltando la supplica del Figlio mentre consegna la vita nelle sue mani, lo risuscita la mattina di Pasqua e lo fa sedere alla sua destra come Signore della storia.

 

Preghiamo: O Dio onnipotente, ricco di misericordia, che ci hai rinnovato con la gloriosa morte e resurrezione del tuo Figlio, non abbandonare (non lasciar cadere dalle tue mani) la opera che hai cominciato in noi, perché possiamo consegnare veramente le nostre vite al tuo servizio. Per Gesù Cristo Nostro Signore. Amen.

 

 

Canto: Sii esaltato

Sii esaltato Signore nell’alto dei ciel. Lode a Te Signor.
Sia esaltato per sempre innalzato il Tuo Santo nom.

Tu sei il Signor, per sempre regnerai. La terra, il ciel gioiscano nel Tuo Nome.
Sii esaltato Signore Tu sei nostro re!