Liturgia di ZP

Veglia di Pentecoste 2023

La Parola di Dio dà vita e permette allo Spirito di entrare nel cuore di ciascuno e farlo diventare fonte zampillante

SAN LAZZARO – Le parrocchie della nostra Zona Pastorale si sono date appuntamento all’oratorio San Marco per la messa vigiliare di Pentecoste, sabato 27 maggio 2023. Don Stefano Maria Savoia, moderatore della ZP ha presieduto l’eucarestia.

C’erano quasi 200 persone, in un bel clima raccolto e arieggiato. La liturgia è stata preparata insieme. I membri delle diverse parrocchie si sono alternati per l’atto penitenziale, le 5 letture e i salmi responsoriali e le preghiere dei fedeli.

Libretto della Veglia pentecoste formato opuscolo

Don Andrea Bergamini nell’omelia è partito dal grido di Gesù nel tempio “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva” (Gv 7,37). Ha ripercorso le 5 letture mostrando come Dio abbia sempre cercato di rispondere a questa sete dell’uomo nel corso della storia, aiutandolo a mettersi in ascolto della Parola di Dio, una parola che dà vita, risuscita, che permette allo Spirito di entrare nel cuore di ciascuno e farlo diventare fonte zampillante d’acqua viva per gli altri.

Ascolta l’omelia MP3 di don Andrea Bergamini

Gesù predicava raramente nelle sinagoghe, amava stare in mezzo alla gente, nei prati, lungo le rive del fiume, o a casa di qualcuno. La veglia di Pentecoste, celebrata all’aperto, nel cortile dell’oratorio San Marco, ci ha ricordato il modo in cui i discepoli ascoltavano il Signore, seduti intorno a lui, pronti ad accogliere le sue parole, condividendo un po’ di pane e di vino.

Il giorno di Pentecoste però i discepoli non avevano più con loro il loro Signore ed erano smarriti, pieni di paura, senza saper cosa dovessero fare. Con loro c’era Maria, che condivideva con loro il dolore dell’assenza di Gesù. Ma sappiamo che il Signore non ci lascia mai soli, non ci abbandona alla paura e all’incertezza, ma sempre ci dona un gesto, una parola, un segno della sua presenza vicino a noi.

Ed ecco allora che dall’alto appare lo Spirito Santo, con un segno potente, il fuoco, per significare che la presenza del signore è forza, luce, calore, ci infonde coraggio, speranza e capacità di testimonianza. Anche oggi spesso ci sentiamo impotenti, non sappiamo cosa dobbiamo fare o dire per testimoniare il Vangelo. Il mondo ci sembra impazzito, senza una meta, senza più una verità condivisa in cui credere, senza un orizzonte verso cui andare insieme.

La veglia di Pentecoste ci ha regalato una straordinaria abbondanza di parola di Dio, che ci aiuta a capire  il senso delle cose che ci accadono. Abbiamo invocato tante volte lo Spirito Santo, nei canti e nelle preghiere, per chiedere di essere strumento di comunione e non di divisione come accadde con la torre di Babele, abbiamo ascoltato dalla lettera ai Romani come lo spirito  viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili;  e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.(Rom.8,26-27)

Abbiamo chiesto allo spirito di guarirci dalle nostre ferite, di riempirci con la sua luce, di custodirci nelle avversità, di consacrare la nostra vita al Signore. La nostra comunità è ricca di tanti doni, di tanti talenti che le persone mettono a servizio gli uni degli altri, ma come in ogni realtà umana a volte ci lasciamo insidiare dal Nemico, che semina la sua zizzannia e cerca di dividerci. Dobbiamo invocare spesso lo Spirito perché ci mantenga uniti, perché alimenti in noi la fraternità e il desiderio di servire gli altri.

Abbiamo pregato così nell’atto penitenziale: Signore, le nostre comunità spesso dimenticano la via della comunione, i protagonismi, i vittimismi e i rancori disturbano il progetto di crescere insieme ed essere testimoni del tuo Vangelo: fa’ che diventiamo cooperatori del bene nel nostro territorio e rendici creature nuove. Signore, le discordie e i malumori nelle nostre case e relazioni, negli ambienti che frequentiamo allontanano la pace e l’unità: donaci la speranza e il coraggio della pace e rendici creature nuove. Chiediamo allo Spirito di essere sempre vigili per non lasciarci mai sopraffare dal male ed essere capaci di vincere il male con il bene.

Al termine della celebrazione, c’è stato un bel momento conviviale in teatrino a San Marco.