Quaresima 2023

Ritiro di vicariato: la conversione del prete

Don Andrea Turchini, rettore del seminario regionale, ha tenuto il ritiro di quaresima ai nostri preti

SAN LAZZARO – I preti del nostro vicariato, martedì 21 marzo 2023, si sono ritrovati nella chiesa di San Luca evangelista, per il ritiro di quaresima. Don Andrea Turchini ha trattato il tema: “la conversione del prete”.

Don Andrea ha preso spunto dal libro di Michael Davide Semeraro dal titolo: Preti senza battesimo? Una provocazione, non un giudizio.

Il battesimo è la fonte del ministero presbiterale: dall’essere battezzati si origina, dunque, il servizio alla comunità, non il potere su di essa. Il sacramento dell’ordine è oggi più che mai nell’occhio del ciclone, a causa di vari e ripetuti scandali, di accuse in cui abuso di potere e sconfinamento negli abusi sessuali hanno minato profondamente la fiducia del “popolo dei credenti- e, ancor più “del popolo dei lontani”. È più che mai necessario passare dall’indignazione alla conversione.

“La conversione è tornare alla fonte, all’origine al cuore di quello che siamo, tornare alla Pasqua, al lavacro del nostro Battesimo che i rinnova profondamente” ha detto don Andrea.

1) Sento vivo l’appello alla conversione personale? Cosa vuol dire essere discepoli di Gesù oggi per me? Fidarmi di lui, lasciarmi guidare da lui? In quali aspetti faccio resistenza? Quale parola del Vangelo mi interpella? “Vuoi guarire?” Papa Francesco nell’EG invitava il vescovo, e quindi anche il prete, a camminare davanti, al centro, dietro al gregge. Per me cosa vuol dire questo?

Un altro punto importante della riflessione di Semeraro riguarda, la differenza tra sacerdozio levitico e quello di Melkisedek-Gesù nella lettera agli Ebrei. Il re di giustizia e di Salem incontra Abramo che torna da una guerra dove ha recuperato il bottino rubato dai 5 re che avevano attaccato Sodoma. Melkisedek si mette in mezzo tra Abramo e il re di Sodoma, offre un sacrificio. Qui Abramo riconosce la presenza di Dio e rinuncia alle pretese del ere di Sodoma.

17 Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaòmer e dei re che erano con lui, il re di Sòdoma gli uscì incontro nella valle di Save, cioè la valle del Re. 18 Intanto Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo 19 e benedisse Abram con queste parole:

“Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
20 e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici”.

Ed egli diede a lui la decima di tutto.
21 Il re di Sòdoma disse ad Abram: “Dammi le persone; i beni prendili per te”. 22 Ma Abram disse al re di Sòdoma: “Alzo la mano davanti al Signore, il Dio altissimo, creatore del cielo e della terra: 23 né un filo né un legaccio di sandalo, niente io prenderò di ciò che è tuo; non potrai dire: io ho arricchito Abram. 24 Per me niente, se non quello che i servi hanno mangiato; quanto a ciò che spetta agli uomini che sono venuti con me, Aner, Escol e Mamre, essi stessi si prendano la loro parte”. [Genesi 14]

2) Il nostro modo, alla maniera di Melkisedek, è quello di vivere la mediazione, metterci in mezzo, come intercessione. Cosa vuol dire vivere il mio ministero nel mezzo, tra la gente, come riconciliazione, come ponte, come intercessione?

Don Andrea Turchini ha poi lasciato ai presenti un’antologia di testi del vescovo San Oscar Romero per la riflessione personale. Un grande testimone. Un vescovo che si è convertito grazie alla gente. Un momento di grazia che è avvenuta dopo la morte di padre Rutilio SJ che era molto attivo per le comunità di base. Dopo il suo martirio, il vescovo Oscar resta tutta la notte a vegliare sul suo corpo. Qui riceve un ‘mandato’ da Rutilio, di essere un vescovo tra la gente, in mezzo.

Registrazione mp3 di Don Andrea Turchini ritiro preti (22′)

Dopo l’ora di silenzio e meditazione, i preti si sono ritrovati sotto il campanile per il momento di condivisione, dove è stata data l’indicazione di leggere il libro di Pier Luigi Maccalli Catene di libertà. Per due anni rapito nel Sahel .

Infine il buonissimo pranzo preparato da Dante e da alcuni collaboratori della parrocchia di San Luca evangelista.

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