La parola d’ordine del catechismo della parrocchia di san Francesco, come del resto di tutte le attività parrocchiali, è accoglienza.
Don Giovanni ricorda sempre ai genitori dei bimbi del catechismo che Tutti hanno qualcosa da dare, come ci ricorda il capitolo 3 dell’Evangelii gaudium “Tutto il popolo di Dio annuncia il Vangelo”: “Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo “discepoli” e “missionari”, ma che siamo sempre “discepoli-missionari” (120).
Partendo da questa premessa è stato organizzato il catechismo in parrocchia, cercando di coinvolgere i genitori dei bambini frequentanti. Vengono svolti incontri periodici tra i genitori e Don Giovanni, che fornisce le linee guida della catechesi dell’anno, orientata all’iniziazione alla vita cristiana e ai sacramenti, incontri fondamentali con Gesù.
Dopodiché i genitori si ritrovano per decidere come sviluppare i temi, attraverso attività, giochi, letture, gite, momenti di preghiera e qualunque cosa ritengano utile. Nei casi in cui il gruppo di genitori ne senta la necessità, viene affiancato da una guida esterna che li accompagna nel cammino.
L’esperienza di preparazione delle attività del catechismo porta i genitori a una conoscenza reciproca profonda fino ad arrivare alla formazione di una “comunità tra i genitori”, che spesso condividono anche momenti conviviali dopo le attività. Del resto, il cristianesimo è fatto di incontri e l’incontro con Gesù passa attraverso degli incontri.
Don Giovanni ci ripete spesso che quella che facciamo dev’essere una catechesi di comunità e non di gruppi, proposito arduo in periodo covid, ma ci proviamo vivendo tutte le classi di catechismo insieme alcuni momenti; ad esempio, prima di Natale ci siamo trovati tutti insieme in chiesa (opportunamente distanziati) per l’ascolto di un racconto, con canti e una piccola attività manuale.
L’obiettivo per tutti rimane quello di portare l’annuncio in modo delicato, per formare cristiani che facciano la differenza, che abbiano il senso della fede e la gioia di viverla. Cerchiamo di farlo con un linguaggio semplice che abbia un filo rosso sempre ben presente: Gesù mi ama, ti ama, è risorto e vive con noi. Questo è l’essenziale e da qui scaturiscono la gioia e l’accoglienza (cit. Don Giovanni).