IDICE – Venerdì 17 marzo 2023 si è svolta la stazione quaresimale della ZP di San Lazzaro a Idice. Il vangelo di riferimento era il cieco nato, Giovanni 9.
Una cinquantina di persone hanno partecipato. Qui il libretto che è stato distribuito con i canti e lo schema della preghiera.
Il vangelo è stato diviso in tre parti ed è stato letto a più voci. Alla fine di ogni parte c’è stata una testimonianza di vita che ha posto una domanda ai partecipanti sulla quale riflettere nel momento di silenzio.
Riportiamo qui di seguito i testi delle testimonianze
Storia di IRINA
Registrazione: testimonianza Irina
Mi chiamo Irina e faccio la badante. Ho lasciato il mio paese, l’Ucraina, qualche anno fa ed oggi vivo a distanza questa guerra terribile; sono di fede greco-cattolica.
Io sono partita per dare un futuro migliore, una sicurezza a mia figlia e ai miei due nipotini, i miei grandi amori. Ho studiato, mi sono laureata e facevo l’insegnante elementare… mi piacciono i bambini ma ora mi occupo di anziani in difficoltà.
Mio marito mi ha lasciata quando nostra figlia era piccola, sono rimasta sola ma l’ho allevata con tanto amore, permettendole di laurearsi. Se mi giro indietro vedo che ho perso la mia famiglia, mio marito, gli amici, il mio lavoro, il mio paese… ma non mi sono mai chiesta perché tutto questo sia accaduto?!
Nonostante tutto non ho mai perso la fiducia in Dio e la Speranza in un futuro migliore per me, per i miei cari e per il mio amato Paese: grazie a Dio finirà la notte e verrà il giorno con la sua luce! Ringrazio Dio ogni giorno, guardo avanti come il cieco nato: “non c’è delusione per chi confida nel Signore”.
Domanda: perché sono nato cieco?
Storia di Grazia
Registrazione: testimonianza Grazia
Mi chiamo Grazia e faccio il medico. Per 40 anni ho studiato e lavorato come se non ci fosse altro nella vita… Ho scelto di abitare con i miei genitori per accudirli nella loro vecchiaia, ho sposato Stefano e nel 2000 è nato il nostro Giovanni.
Cio’ nonostante ho pensato sempre che curare i pazienti fosse tutto per me. Poi mi sono ammalata gravemente e da quella diagnosi, in salita, è iniziata la mia guarigione: come al cieco nato, Gesù mi ha aperto gli occhi e il cuore.
Nella malattia e nella sofferenza, ho capito che “mammona” può essere anche il lavoro, anche una professione nobile e generosa come la mia può allontanare da Dio… ho capito che bisogna diffidare degli interessi unici e totalizzanti, perché ti annullano.
Messa quotidiana e Rosario, catechista sì… ma al centro c’ero io, solo io… così il Signore, da Padre amorevole, mi ha risvegliata dalla mia stoltezza ed ora so che “le Sue vie, non sono le mie vie”, ma sono quelle giuste, quelle nelle quali camminare… grazie a Dio!
Lo benedico ogni giorno della mia vita, fino a quando vorrà lasciarmi qui… sia fatta la Sua volontà, sempre e con essa il nostro bene: così sia!
Domanda: cosa ti ha fatto, come ti ha aperto gli occhi?
Storia di una mamma
Registrazione: testimonianza mamma
Sono una ragazzina di oltre 90 anni e stasera mi piacerebbe condividere con voi la mia esperienza di vita. La mia infanzia non è stata delle più semplici come del resto per molti della mia epoca, e purtroppo ho perso un fratellino in maniera tragica davanti ai miei occhi molto presto.
La mia adolescenza è stata scandita dal lavoro a servizio di famiglie benestanti in altre città e poi dalla guerra e ovviamente ci sono stati momenti di paura e preoccupazione ma a guerra finita è tornata la normalità e la serenità ma soprattutto è arrivato l’amore. Mi sono sposata e con lui ho costruito la mia famiglia e la mia casa, avendo però pochi soldi abbiamo contratto molti debiti e per pagarli quanti sacrifici e quante peripezie! Altra sofferenza è stata quella di non veder la nostra famiglia allargata in breve tempo, solo dopo parecchi anni ecco arrivare un bel bimbo.
Quelli successivi sono stati anni faticosi ma pieni di divertimento e goliardia in particolare quando ci incontravamo con alcuni amici cari e con i componenti della mia numerosa famiglia di origine. Purtroppo la felicità andava di pari passo con la malattia di mio marito e dopo anni di tribolazione, di sofferenza dentro e fuori dall’ospedale è arrivato il momento in cui il mio amato marito ha incontrato nostro Signore lasciando sola me e mio figlio.
Come farò a crescerlo che è ancora adolescente? Domanda continua che mi ripetevo giorno dopo giorno, naturalmente rimboccandomi le maniche come avevo sempre fatto del resto e sempre affidandomi a Lui nostro Signore; ecco il mio ragazzo cresciuto ed indipendente. Arriva il momento per lui di crearsi una famiglia e io rimango da sola pur vivendo vicini. Sola come non lo ero mai stata, mi sono impegnata sempre più nella vita parrocchiale, nell’organizzazione delle funzioni e delle varie feste a Idice e Pizzocalvo, e qui ho trovato delle amiche con cui poter alleviare i momenti di tristezza. Poi sono arrivati i nipoti e che gioia potermi prendere cura di loro, ridere, scherzare e vederli crescere sani e forti.
Nel corso degli anni ho dovuto salutare le mie sorelle e mio fratello che sono tornati alla casa del Padre e la perdita di mio fratello è stata la più faticosa da superare; dopo poco ho scoperto un tumore allo stomaco che verso gli 85 anni ha voluto tenermi compagnia, ma se sono qui a raccontarlo significa che anche a questo giro ho vinto io sempre ed immancabilmente con l’aiuto e affidandomi a nostro Signore. Adesso ho il tempo per ricordare il passato, vivere il presente e pensare al futuro. Posso dire che nel corso della mia vita c’è sempre stato un filo conduttore:
LA FEDE INCONDIZIONATA
Da piccola non capivo perché mio padre ci obbligava ad andare alla messa domenicale e alla funzione pomeridiana; se ripenso a quella volta che ho fatto fughino per passeggiare con le amiche e lui ne è venuto a conoscenza, non si è accontentato di una predica ma anche a letto senza cena; all’epoca recitavamo spesso i rosari ed in inverno nella stalla vicino alle mucche per stare più caldi. Lo vedevo spesso, il mio papà, alla sera dopo aver lavorato l’intera giornata nei campi aprire la bibbia e leggerla, ora lo ringrazio ogni giorno di questa sua insistenza nell’insegnare a tutti noi fratelli di seguire i precetti di nostro Signore, perché sicuramente il mio carattere allegro e la mia tenacia mi hanno e mi sostengono nei momenti di difficoltà ma niente posso se non prego il Padre, la Madonna o il santo del giorno di aiutarmi e successivamente ringraziarli.
Il pregare è diventato parte integrante della mia vita come altri appuntamenti giornalieri a cui faccio fatica rinunciare, messa e rosario.
Portando la mia testimonianza e il mio vissuto posso affermare che sì le avversità e le prove nella vita ci sono e allora proprio per riuscire ad accettarle dobbiamo affidarci a Dio, un alleato ma soprattutto un amico pronto a sostenerci in ogni momento della nostra vita.
Domanda: credi nel figlio dell’uomo? Sia fatta la tua volontà
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