La direzione della Casa Residenza Anziani Laura Rodriguez da tempo sentiva il forte desiderio di poter fissare un segno tangibile, che ci ricordasse sempre, ogni giorno, accanto alla struttura, di quello che è stato e ciò che abbiamo vissuto all’interno della nostra comunità e di ogni singolo anziano che ha vissuto qui, chi per poco, chi per tanto tempo e che oggi non è più con noi.
La giornata prescelta è stata la mattinata di sabato scorso che si svolta in due momenti molto significativi e toccanti; la Santa Messa celebrata dal Cardinale Matteo Zuppi per gli ospiti della struttura e l’iniziativa nel parco. Sappiamo quanto stanno a cuore gli anziani al nostro Arcivescovo e sabato ne è stata la riprova con l’incontro diretto, sempre molto attento e gioioso. Questa giornata, alla quale sono stati invitati tutti i parenti degli ospiti deceduti per Covid ed i parenti attuali, ha avuto tanti significati ma in particolar modo ha voluto ricordare ed onorare, rincontrare e ringraziare. Ricordare ed onorare gli anziani che ci hanno lasciato ma anche quelli che sono riusciti a superare il Covid ma hanno dovuto subire gli stravolgimenti dell’assistenza e soprattutto la solitudine; rincontrare i famigliari e parenti che non vedevamo da tanto tempo e ringraziare immensamente il personale tutto che in questi due anni è andato oltre il suo ruolo e con coraggio e passione ha fornito mille gesti di solidarietà: vicinanza, umanità e tenerezza per compensare a quel vuoto creato dalle porte chiuse a tutto e a tutti.
Come primo segno è stato scelto qualcosa che rappresenti la vita: il melograno, piccolo ma che ha già tanti anni, come segno di vita, speranza e gratitudine. Questo albero piantato all’ingresso sarà il nostro “albero della memoria”. A fianco all’albero un artista ha realizzato una statua: una bambina che guarda il cielo e a ciascuno degli anziani che non ce l’hanno fatta e che rimarranno sempre nel nostro ricordo; avvicinandosi a lei vola una colomba simbolo di purezza, tenerezza e amore. E’ stata posata anche una targa che racconta di ieri, oggi e domani: quante mani abbiamo tenuto in questi anni e quante ancora ne terremo fra le nostre.
Quanto sono importanti gli occhi. E in questi anni solo loro sono rimasti scoperti per mandare messaggi di conforto e di dolcezza. Sono stati letti dai dipendenti i nomi di tutti gli anziani che non sono più con noi.
Davvero toccante è stata anche la testimonianza di una figlia di un’ospite deceduta. Sul melograno sono stati posti tanti cuori con i nomi dei nonni che non ci sono più; li abbiamo voluti ricordare tutti ad uno a uno. Al termine i parenti hanno potuto cogliere il loro cuore con il nome del loro caro come dono pieno di tutto il significato che esso porta.
Le mie mani fra le tue, i nostri occhi si guardano, si raccontano e il tuo sorriso dolcemente accarezza il mio cuore. (Per non dimenticare 2 aprile 2022)
Omelia del cardinal Matteo Zuppi