Per me questo viaggio in Terra Santa era soprattutto desiderio. Un desiderio accumulato negli anni di vedere e vivere i luoghi più santi della cristianità, desiderio di visitare i siti di importanza storico-archeologica e i paesaggi di insuperabile fascino ed essenziale bellezza. Desiderio anche di comprendere le infinite contraddizioni di quella terra da sempre contesa.
Il primo evidente elemento di contrasto è il muro: dire che è simbolo di divisione è già una contraddizione in termini. “Cattivi recinti fanno cattivi vicini” scrive Frost; sarà forse aumentata la sicurezza ma non favoriscono di certo un dialogo di pace.
La splendida città vecchia di Gerusalemme è suddivisa in quattro quartieri con identità religiose diverse; anche dire che la religione divide è un’altra contraddizione in termini e soprattutto contrasta con la quotidianità dell’esperienza di condivisione del sacro: nella chiesa del Santo Sepolcro , nel medesimo istante, si possono udire rituali in 4/5 lingue diverse, compreso il richiamo alla preghiera del muezzin nel vicino minareto.
Il muro del pianto è al tempo stesso parete occidentale del secondo tempio, luogo più sacro all’ebraismo, e muro di supporto della spianata delle moschee.
Al ritorno si è travolti da grande serenità e una immensa speranza di pace: come sarebbe bello se tutta l’area fosse mondata dalle tensioni politiche e bonificata , come il campo minato nei pressi del Giordano, dai conflitti millenari, e si potesse vivere serenamente e condividere tutta questa spiritualità…
Laddove la politica internazionale raccoglie fallimenti a catena , forse può solo la Fede, perché solo la Fede ha la capacità di trasformare il nemico nel prossimo, l’odio in amore, la vendetta in perdono. La Fede, come il sale del Mar Morto, tiene a galla la speranza di pace .
Un ultimo fondamentale pensiero: ognuno dei partecipanti a questo pellegrinaggio ha dato il proprio enorme personale contributo in parole, gesti di amicizia e cortesia o semplici sorrisi. Questo, per me inaspettato, valore aggiunto di complicità e stare bene insieme ha reso il viaggio unico e indelebile ed è alla base del desiderio e della speranza di ritornare presto in quei luoghi magici.
Grazie di cuore a tutti voi
Gabriele
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