Accoglienza notturna nei mesi invernali. Un’esperienza forte di vicinanza a persone in difficoltà. I compiti dei volontari e le prime impressioni.
Lo scorso anno i nostri sacerdoti hanno proposto la partecipazione ad un progetto di accoglienza rivolto alle persone senzatetto. L’incontro di presentazione, in sala di Comunità, è stato molto partecipato.
Il progetto aveva ed ha un nome: Piano Freddo. Detto così non diceva nulla, anzi si presentava proprio in modo anonimo. Invece è un progetto carico di significato e di aiuto concreto per tutti coloro che rischiano di passare la notte in strada durante i mesi freddi.
Il progetto è attuato dal Comune di Bologna e coinvolge l’ASP città di Bologna, le cooperative sociali Piazza Grande, Open Group, la Piccola carovana , l’associazionismo e la Caritas Diocesana. Le persone senza fissa dimora ricevono accoglienza notturna dal 1° dicembre fino al 31 marzo in strutture pubbliche, in realtà associative e in realtà parrocchiali coordinate dalla Caritas Diocesana.
Al primo incontro di presentazione, in sala di Comunità, sono seguiti molti contatti telefonici per raccogliere le adesioni delle volontarie e dei volontari interessati a contribuire fattivamente alla realizzazione del progetto.
Il loro compito consisteva nell’attendere le persone senza fissa dimora nei locali del Circolo Zinella per passare la serata in un clima familiare che consentisse loro di sentirsi ospiti, cioè persone accolte. L’obiettivo era aprire un dialogo e condividere il cibo.
Altri volontari avrebbero avuto il compito di curare l’igiene della biancheria. La pulizia dei locali sarebbe spettata agli ospiti.
Era necessario essere in un gruppo abbastanza numeroso di persone perché si dovevano coprire turni di quindici giorni con la presenza di due volontari per ogni turno.
L’idea di venire a contatto con persone senzatetto che vivono in modo tanto diverso dal mio mi interessava. Mi chiedevo se la loro fosse stata una scelta di vita, o una necessità, oppure l’unica possibilità.
Allo stesso tempo si presentava un’occasione speciale: la possibilità di mettere in atto la parola di Gesù secondo quanto scritto nel Vangelo di Matteo 7, 12-14: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”. A volte non ci vuole molto per vivere situazioni di forte disagio: la perdita del lavoro, i conflitti familiari, l’allontanamento dagli affetti, la perdita della speranza. Se mi fossi trovata in una situazione tanto complessa avrei desiderato l’aiuto degli altri.
Inoltre si presentava la possibilità di tentare una piccola esperienza di empatia: mettersi nei panni dell’altro, diverso da noi, sospendendo il giudizio personale.
Al Piano Freddo abbiamo aderito in diverse persone provenienti da diverse parrocchie: San Lazzaro, Idice e anche Bologna. Alcuni tra noi volontari non si conoscevano, ma condividere il tempo e la compagnia con i nostri ospiti, è stata un’esperienza di scoperta reciproca.
All’inizio, lo scorso anno, non è stato semplice trovare argomenti comuni con i nostri ospiti perché, da entrambe le parti, c’erano riservatezza e prudenza: era necessario conoscersi meglio.
Poi gli argomenti di conversazione sono diventati molti: l’attualità, la famiglia, i figli, la cucina, lo sport.
Tra noi volontari c’è stata e c’è tuttora grande collaborazione: un gruppo eterogeneo di persone che ha reso possibile la realizzazione del “Piano freddo” nella nostra parrocchia, ricevendo molto dai nostri ospiti in conoscenza.
Questa attività di volontariato è sicuramente consigliata!