In un clima di profonda partecipazione emotiva e spirituale, si è svolto l’incontro pubblico “Storie, parole e ferite dalla Palestina, mentre il mondo guardava da un’altra parte”.
L’evento, promosso dalla Zona Pastorale di San Lazzaro e da Pax Christi Bologna, trasmesso anche in diretta streaming, ha rappresentato un momento di ascolto, denuncia e impegno, ispirato dalla presentazione del libro “Sotto il cielo di Gaza” di don Nandino Capovilla e Betta Tusset (entrambi membri del Movimento Pax Christi Italia). Dopo una presentazione di don Stefano, che ci ha ricordato, che la partecipazione di questa serata può essere nell’ascolto, una forma laica di preghiera, nel desiderio di essere operatori di pace e portatori di pace.
Si è acceso una lampada proveniente dal villaggio della Cisgiordania, Taibeh (con cui la parrocchia di Marghera – quella di don Nandino- mantiene un legame profondo), abitato da palestinesi cristiani. In mezzo a un contesto di occupazione, e di attacchi da parte dei coloni con restrizioni quotidiane, Taibeh rappresenta una comunità che resiste con dignità, fede e radici profonde. La lampada raffigurante una colomba, simbolo di luce e resistenza, è stata realizzata dalla popolazione locale. Una luce fragile ma ostinata, che rappresenta la speranza di chi vive sotto le bombe, e nonostante le prepotenze e vessazione continue. Rappresenta la fede di chi non si arrende, e la responsabilità di chi sceglie di non dimenticare. “Questa lampada è per Gaza, ma è anche per noi. Per ricordarci che non possiamo restare al buio dell’indifferenza.”
UN LIBRO CHE CI AIUTA AD APPRENDERE. Il libro “Sotto il cielo di Gaza” ripercorre e spiega la situazione della Striscia di Gaza, prima e dopo l’attentato terroristico di Hamas del 7 ottobre, sulla base delle storie di persone, di uomini, donne, bambini palestinesi, che hanno volti e nomi, per evitare che le persone restino solo numeri e statistiche, «per contrastare la “dissolvenza dei volti” delle vittime», come ricorda nella prefazione Norberto Julini, ex coordinatore di Pax Christi. I fatti narrati, hanno sottolineato più volte i relatori, non sono falsificati o distorti da pregiudizi, e sono privi di partigianeria, perché sostenuti e avvalorati dalle norme e dai princìpi fissati dal diritto internazionale (convenzione di Ginevra, dichiarazione universale dei diritti umani e risoluzioni ONU), che fanno da stella polare e riferimento centrale di quanto raccontato e denunciato. Il libro si sviluppa avendo come riferimento le conversazioni degli autori con Andrea De Domenico, responsabile dell’Ocha, l’Ufficio delle Nazioni unite per il coordinamento degli interventi umanitari, nei Territori palestinesi. Ocha è presente in quelle terre per coordinare l’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese, sostenere la protezione della popolazione civile, e informare sulle violazioni dei diritti umani, avendo sempre presente il principio di indipendenza, neutralità e imparzialità. De Domenico per le sue denunce è stato espulso da Israele è stato trasferito a Kyiv, in Ucraina, dove anche lì è stato oggetto di un attentato.
UN LIBRO CHE CI AIUTA A RIFLETTERE. Sono stati ricordati i bombardamenti, il blocco, la crisi umanitaria e l’isolamento internazionale, l’indifferenza della comunità europea e le responsabilità degli Stati uniti d’ America ; “francamente di armi ne abbiamo date molte a Israele”. “Bibi mi chiamava così tante volte: puoi procurarmi quest’arma, quell’arma, e altre di cui non avevo mai sentito parlare. Israele sapeva come usarle bene” così Trump alla Knesset. Don Nandino ha sottolineato: “Gaza non è solo una questione politica, è una ferita aperta nel cuore dell’umanità.” Gli autori, presenti all’incontro, hanno evidenziato il loro processo di scrittura e il desiderio di dare volto e nome alle vittime invisibili. “Non volevamo scrivere un libro di analisi geopolitica, ma un libro di carne e sangue, di lacrime e sorrisi”, ha detto Betta Tusset.
UN LIBRO CHE AIUTA A PREGARE. Le preghiere scritte da Michel Sabbah aggiungono una dimensione spirituale e profonda. Le sue parole uniscono fede e giustizia: “Pregare per la pace significa impegnarsi per essa, con coraggio e verità.” “Chiede a Dio di intervenire contro gli oppressori che causano sofferenza e distruzione, invocando la sua forza per fermare il loro potere e dare pace alla Terra Santa”. “Dopo lo sterminio l’emigrazione”, chiedendo a “Dio di fermare i piani di morte e di non abbandonare i suoi figli”.
PER NON GUARDARE DA UN’ALTRA PARTE: L’incontro si è concluso con un appello alla solidarietà concreta: sostenere progetti di cooperazione, partecipare a viaggi di conoscenza, diffondere narrazioni alternative. “Sotto il cielo di Gaza” non è solo un libro, ma un grido che chiede ascolto, una luce che chiede di essere custodita.
Si segnala qui alcune tracce per una narrazione diversa e più veritiera degli avvenimenti che succedono in Palestina, oltre alla diffusione libro e del link dove vedere l’incontro di venerdì sera, si segnala il sito https://bocchescucite.org/
Il sito Bocchescucite si occupa di raccontare e denunciare la situazione nei Territori Occupati, con particolare attenzione alla condizione del popolo palestinese.
Fondato nel 2006 nell’ambito della campagna “Ponti e non muri” di Pax Christi Italia, Bocchescucite nasce con l’obiettivo di offrire una comunicazione libera da distorsioni e silenzi complici riguardo alla realtà vissuta nei territori palestinesi sotto occupazione militare
Il sito si propone di:
- Dare voce ai testimoni diretti delle ingiustizie e delle sofferenze causate dal conflitto israelo-palestinese, spesso ignorati dai media tradizionali.
- Promuovere la pace nella giustizia, attraverso la condivisione di storie, appelli, reportage e iniziative che favoriscano la consapevolezza e l’impegno civile.
- Organizzare e raccontare i “Pellegrinaggi di giustizia”, viaggi nei territori occupati per incontrare le comunità locali e ascoltare le loro esperienze.
- Collaborare con realtà come Kairos Palestina, movimento cristiano che denuncia l’occupazione e sostiene la resistenza nonviolenta.
Sostenere Progetti Di Cooperazione. Don Nandino Ci Segnalava:
Partecipazione ai Pellegrinaggi Di Giustizia organizzati da Pax Christi. Viaggi che portano i partecipanti nei luoghi del conflitto, per incontrare le persone, ascoltare le loro storie e tornare trasformati. Don Nandino ha raccontato: “Camminare in Palestina è come camminare su una ferita. Ma è anche camminare verso la verità.”
Dario (Pax Christi Bologna)
Video dell’Incontro
Le interviste a Nandino Capovilla e ad Elisabetta Tusset

