Con gioia accogliamo il rito della “vestizione”, l’ingresso dei bimbi che scelgono di iniziare il servizio all’altare del Signore.
Per loro è un’esperienza nuova, a cui si sono preparati con molta attenzione, e che li cattura con quel tremore riservato alle cose belle e grandi.
Con una gioia sovrabbondante che riempie il cuore, ogni anno accogliamo, con il rito della “vestizione”, l’ingresso dei nuovi bimbi che scelgono di iniziare il servizio all’altare del Signore.
La collocazione nel tempo liturgico dell’Avvento è volutamente scelta proprio per stabilire una analogia chiara fra il loro venire a Cristo e la Venuta sempre nuova di Gesù nel prossimo Santo Natale.
Per loro è un’esperienza del tutto nuova, a cui volentieri si preparano nei sabati precedenti con molta attenzione, che li cattura con quel tremore riservato alle cose belle e grandi… Da loro rinnovo con commozione la mia stessa fede, il mio desiderio di servire il Signore promettendo di guidarli giorno dopo giorno alla sempre migliore comprensione di “cosa significhi” servire. Anzitutto penso sia cogliere la domanda che il buon Dio fa di ascoltare ed accogliere per poi decidere, non come conseguenza scontata, di risponderGli. È poi scelta di cogliere il bello, che è l’amore che Dio effonde a tutti nella via della preghiera. È, infine, la decisione di impostare la propria vita riconoscendo in ogni stagione della crescita la presenza di Dio nel proprio personale cammino, opera oggi fondamentale e quanto mai rivoluzionaria nel mondo dei paradigmi moderni.
La Sacra e Santa Liturgia della Chiesa è quella culla beata in cui i bimbi vengono accolti e trovano il loro posto per riconoscersi cristiani, cioè di Cristo, decisi e pronti a servirLo per tutta la loro vita. Determinante è allora la dimensione della gioia della comunità cristiana da cui provengono e che accompagna il loro spendersi, che sempre deve testimoniare la fiducia entusiasta, che si chiama fede, di affidarsi sempre e costantemente a Dio.
Sia dunque festa per loro e festa di tutti: ecco l’augurio che rivolgiamo loro oggi e perché così sia per sempre.
Andrea Martinelli
lettore