Buondì del 21 settembre ’18
Alzarsi dalla tavola di arrabbiature e giudizi continui per sedersi a quella della benevolenza è possibile. Ascoltalo, chiama anche te.
Chiesa di Bologna
Alzarsi dalla tavola di arrabbiature e giudizi continui per sedersi a quella della benevolenza è possibile. Ascoltalo, chiama anche te.
La fede spinge a un amore sempre più profondo e riconoscente, che imbarazza quanti sono attenti alla forma e non percepiscono l’esplosione di luce gioiosa nel cuore.
L’ascolto è disponibilità di apertura all’altro che si dice a te può scioccare, ma forse ti dirà qualcosa di te che ancora non sai. Nessuna novità può significare solitudine.
Per trasformare in vita nuova il fallimento dei legami che l’egoismo -anche se piange- uccide, ricorda che ci sono viscere che per te sempre fremono, pronte a rialzarti dopo ogni caduta.
L’umiltà del cuore disposto ad aiutare chiede anche aiuto senza vantare merito, piuttosto ti favorisce con la fiducia perché tu lo faccia volentieri.
La condizione imprescindibile della vita piena non può essere né la salute né il consenso altrui. Riconosci l’Amore e seguilo fino alla fine, vincerà ogni situazione di morte, ti rialzerà sempre.
Metterti accanto alla persona che ami mentre è crocifissa, ti fa partecipe della sua sofferenza. Il modo di vincere la sofferenza sarà sempre un amore più grande.
Debolezza amare sempre e comunque? Magari questa è la forza che fa sopravvivere il mondo. Chi ce l’ha soffre e gioisce!
Solo se vai al di là dello scambio conveniente scopri la bellezza del dono e forse intravvedi quanta generosità, stupenda e immotivata, hai ricevuto.
La tua felicità dipende da cosa consideri ricchezza per te, quello che ti divide dagli altri o che ti unisce? Come spenderai il tuo cuore sarà la risposta.