Gesù ti chiede chi è lui per te. Guarda la tua relazione con lui, se deve realizzare qualcosa -e lo sgridi se non lo fa- o se impari da lui quindi lo segui. Chi decide la tua felicità?

Arrivi da cieco per toccare qualcosa della presenza di Dio e da lui esser toccato. Fanne esperienza con la celebrazione e la condivisione e il tuo cammino sarà da vedente.

Per saziare la tua vita cerchi il pane dell’ipocrisia o quello della condivisione? Dai discorsi che fai coi tuoi amici lo capirai.

A chi chiedi un segno d’amore, gli dici che non ti fidi e per quanto possa darti prove non ti basterà mai. Il cammino riparte.

Non accontentarti di sembrare perché l’interiore è più importante e non c’è legge né capacità che possa renderti felice, solo amare sino in fondo.

È un miracolo sentire la fame dell’altro come propria, diventa una strada verso una vita in cui non ti penserai più solo. Ti auguro che sia senza ritorno.

Sei operaio di ciò che vuoi costruire, che ti fa vivere e se ti appassioni ti migliora. Ma per moltiplicare i frutti meglio partire in due.