Campo 14 – L’attimo fuggente
I ragazzi del gruppo di terza media hanno partecipato al campo estivo a Badia Prataglia, in provincia di Arezzo, dal 25 agosto al 2 settembre insieme ai ragazzi delle parrocchie di San Giacomo fuori le mura (BO), Molinella, Sant’Andrea della Barca, Minerbio e Castelfranco.
Questo campo, definito “di passaggio”, vuole essere un “ponte” con il mondo dell’adolescenza.
I ragazzi, infatti, stanno vivendo il passaggio dalla terza media alla scuola superiore, un momento davvero delicato, pieno di cambiamenti e di scelte che riguardano tutti gli ambiti della loro vita: dalla scuola alla famiglia, all’amicizia.
Il filo conduttore che “lanciava” i temi delle giornate era il film “L’attimo fuggente” che ha portato i ragazzi a capire che la vita va vissuta da protagonisti, come un’occasione unica da non perdere.
Il campo è diventato un’esperienza concreta di relazione e bellezza, sono nati rapporti vivi che hanno permesso a degli adolescenti di affrontare insieme domande e temi importanti.
Elena Manfrinati
CAMPO 17 “LA CITTA’ DELLA GIOIA”
Dall’incontro sconvolgente e assolutamente nuovo con Gesù, reso presente durante il campo in modo speciale nei fratelli che abbiamo accanto, viene la provocazione a sperimentare la bellezza di una carità che si fa relazione in cui ciascuno riceve molto di più di quello che dona.
Questa estate, dal 21 al 29 agosto, il gruppo dei ragazzi di terza superiore della parrocchia di San Lazzaro, insieme ai ragazzi delle parrocchie di Pieve di Budrio, Cento e San Luca, ha vissuto l’esperienza del campo di servizio “La città della gioia”.
Il campo si è svolto presso il Villaggio senza barriere “Pastor Angelicus” di Tolè.
Un po’ di storia…
SIMPATIA E AMICIZIA (TOLE’)
Il movimento Simpatia e Amicizia è stato fondato nel 1974 da Don Mario Campidori, sacerdote affetto da sclerosi multipla e perciò costretto a vivere su una sedia a rotelle.
Cominciando dalla simpatia, si volevano creare occasioni tra persone in situazioni di handicap e non, per far nascere vere e forti amicizie, per cominciare a vivere momenti e tempi di vita insieme.
Gli scopi erano e sono tuttora:
– partecipazione comunitaria all’Eucarestia
– condivisione di un momento di festa
– scambio di conoscenze, valori, amicizia e aiuto
Proprio il desiderio di poter condividere momenti di tempo liberi più lunghi, ha portato a pensare ad un luogo di villeggiatura speciale.
E’ così che nasce il Villaggio senza barriere “Pastor Angelicus”.
“Pastor Angelicus”: il villaggio è dedicato a Pio XII, chiamato anche Pastor Angelicus.
La parola villaggio fa pensare ad una famiglia, ad una ricchezza di vita: tante persone con doti e difetti diversi, con salute ed handicap si conoscono, si aiutano, condividono gioie e dolori.
Senza barriere perché l’eliminazione di barriere permette maggiore facilità di spostamento e di incontro.
Così anche noi abbiamo avuto la possibilità di vivere un campo pieno di incontri e condivisione, dove quello che più ci rendeva uniti era la preghiera e il servizio verso i fratelli.
Diceva Madre Teresa di Calcutta:
il frutto del silenzio è la preghiera
il frutta della preghiera è la fede
il frutto della fede è l’amore
il frutto dell’amore è il servizio
il frutto del servizio è la pace
Tenendo a mente queste parole abbiamo scoperto la gioia nei piccoli gesti quotidiani: uno sguardo, un sorriso, un abbraccio, un aiutarsi a vicenda.
Il campo ci ha aiutato a capire che mettendosi in gioco, vivendo pienamente la vita, conoscendo veramente le altre persone, si possono abbattere le barriere o i pregiudizi che a volte ci frenano.
Siamo tutti uguali davanti a Dio, solo vivendo in comunione possiamo trovare la vera gioia.
Di seguito una preghiera composta da Kirk Kilgour, campione sportivo di pallavolo, costretto su una sedia a rotelle a seguito di un grave infortunio:
Chiesi a Dio di essere forte
per eseguire progetti grandiosi:
Egli mi rese debole per conservarmi nell’umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute
per realizzare grandi imprese:
Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto:
mi ha fatto povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me:
Egli mi ha dato l’umiliazione perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita:
mi ha lasciato la vita
perché potessi apprezzare tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci furono esaudite.
Sii lodato; o mio Signore, fra tutti gli uomini
nessuno possiede quello che ho io!
Valeria Grandi