Testimonianza di Daniele Binda, amico sanlazzarese

Monsignor Luigi Bettazzi profeta di pace. Un ricordo.

Innumerevoli gli episodi. Spirito ironico e sapiente, legatissimo a San Lazzaro.

SAN LAZZARO – Ricordi personali di una storia importante per la Chiesa, per la città di San Lazzaro e per tanti di noi. Indimenticabile il suo sapiente umorismo e la sua presenza a tanti momenti della vita comunitaria.


Grande uomo in tutti i sensi e profeta, capace di leggere i segni dei tempi. Il mio incontro con don Luigi Bettazzi è stato prima di tutto con uno dei suoi tanti libri: “Ateo a diciotto anni?”, del 1981. In quel libro ho incontrato don Luigi desideroso non di scrivere una teologia, ma una riflessione sulla vita di fede in un mondo che stava cambiando, in particolare il mondo dei giovani che si professavano atei. Stimolante il testo come lo era lui, sempre pronto alle battute e capace di grande ironia. Anche lui, come il sottoscritto, sanlazzarese, molto attaccato alla sua terra e alla sua numerosa e unita famiglia.

Attraverso il parroco don Domenico, che cominciò ad invitarlo in alcune feste o ricorrenze, ho iniziato a vederlo, ascoltarlo e piano piano a conversare con lui. La festa di San Lazzaro, il 17 dicembre, era il momento culmine dell’anno, a cui ha sempre partecipato creando armonia e unità nel vicariato di San Lazzaro, ricordando tutti i nomi dei santi delle nostre chiese. Ma anche la Messa del 2 novembre al Cimitero era un momento in cui esprimeva grande conforto e tenerezza verso le persone presenti alla celebrazione, ricordando il legame profondo tra la festa di tutti i Santi e la commemorazione dei defunti.

La sua memoria e la sua profondità mi aiutavano a comprendere anche momenti della storia che personalmente non avevo vissuto, come, ad esempio, la sua partecipazione come vescovo (il più giovane) al Concilio Vaticano II. Che freschezza! Che grande il desiderio di trasmettere grandi verità e novità: dal celebrare l’Eucarestia al vivere all’interno del popolo dei battezzati al vedere come punto di partenza e di arrivo il nostro legame con Gesù di Nazareth.

Da un libro di Arturo Paoli, “Cent’anni di fraternità”, sono venuto a conoscenza del “Patto delle Catacombe” firmato da una quarantina di vescovi tra cui il vescovo Bettazzi. Questo patto, nella catacomba di Domitilla, impegnava ad essere fedeli allo Spirito, mettendo i poveri al centro del ministero pastorale. Un altro aspetto che mi ha colpito di don Luigi è stato il mantenere fede a quel patto cercando di vivere nella sobrietà e nell’essenzialità.  Ricordo che mi fermai a lungo a vedere il suo pastorale di legno di ulivo. Mi raccontò che gli era stato donato dal suo caro amico don Tonino Bello. Con lui aveva pensato e partecipato alla marcia di pace a Sarajevo e lo ha accompagnato, recandosi a Molfetta, nella sua ultima preghiera a Maria.

Lo sguardo di Bettazzi, sempre aperto all’ascolto, invitava a sua volta ad aprirsi e confidarsi e l’incontro non finiva mai senza una battuta o il racconto di una barzelletta. Ricordo quella a lui tanto cara sull’unità e sulla misericordia di Dio.

Raccontava: “Muore un rabbino che, arrivato in Paradiso, viene accolto da san Pietro. Il rabbino è perplesso; allora San Pietro, per tranquilizzarlo, fa un giro con lui in Paradiso. Lo tranquillizza mostrandogli Musulmani, Indiani, Protestanti, Confuciani e altri ancora. Il rabbino, più sereno, ad un certo punto vede un muro e chiede a cosa serva e chi ci sia dall’altra parte. San Pietro gli risponde: “Fai silenzio, di là ci sono i cattolici. Sai,… credono di essere soli…!” La sua ironia, profonda e ricca di contenuti, ha sempre creato ponti e fatto intravedere vie da condividere.

Ha tanto amato la nostra città di San Lazzaro e ha sempre continuato a visitarla, ricordando tante volte la sua prima Messa nella sala del Comune. Il 14 dicembre 2022 ho ascoltato l’ultima sua bellissima testimonianza a Bologna, con il cardinale Zuppi, invitato dal Museo Olinto Marella. È un dolore lasciarlo, mitigato dalla certezza che lui non ci lascerà mai.

Daniele Binda

Due videointerviste di Daniele Binda a monsignor Bettazzi

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