Come gruppi giovanissimi di Azione Cattolica di terza superiore abbiamo vissuto il campo estivo al Villaggio senza Barriere a Tolè insieme ai ragazzi delle parrocchie di Anzola, Medicina e Osteria Grande; accompagnati da don Marcello e dagli educatori nella settimana trascorsa al Villaggio abbiamo preso parte alla vita della comunità, conosciuto e passato del tempo con le persone che trascorrevano un periodo di vacanza. Abbiamo anche affrontato i temi delle barriere, della reciprocità e della gioia, di quanto siano presenti nella nostra vita.
E’ stata un’ esperienza ricca di incontri e di momenti di preghiera; abbiamo compiuto qualche altro passo nel nostro cammino di fede e soprattutto abbiamo vissuto la gioia della condivisione e la grazia che nascono dall’incontro e dallo stare insieme in SIMPATIA E AMICIZIA, che ci fanno dire
Hai mutato il mio lamento in danza,
mi hai tolto l’abito di sacco,
mi hai rivestito di gioia,
perché ti canti il mio cuore senza tacere;
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.
Sal 29, 12-13
Nella vita devi imparare a DARE più di quello che prendi e lasciare sempre più di quello che c’era con UMILTA’, AMORE, CARITA’, FEDE, senza temere quello che si intraprende, perché in un posto come il Villaggio “si incontrano facce strane di una bellezza un po’ disarmante” che riescono a regalarti tanta GIOIA che ti riempie il CUORE e ti fa star BENE. (L’ombelico del mondo, Jovanotti)
Perché anche tu sei la pedina di un grande PROGETTO, ma devi imparare a dare tutto quello che puoi e allora rispenderai nel cielo insieme a tutti gli altri che come te “portando in dono un raggio di SOLE”. (Un raggio di sole, Jovanotti)
“Non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi.”
Il Piccolo Principe, Antoine de Saint-Exupéry
Annamaria Bortolotti
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L’esperienza al Villaggio senza barriere è stata fantastica perché nessuno ha timore di approcciarsi agli altri, nonostante tutte le difficoltà. Si è tutti uguali ma soprattutto sorridenti; durante la settimana infatti è stato impossibile vedere qualcuno che non avesse un meraviglioso sorriso stampato in viso.
Gli ospiti del Villaggio sono come un vaso di cristallo in frantumi. Prima erano belli, interi, tutti li guardavano per la loro integrità, poi un giorno, per un motivo o per l’altro sono andati in frantumi.
Frantumandosi, sono diventati mucchietti di piccoli pezzi di cristallo che con l’aiuto del sole, le persone a loro vicine, riescono a sprigionare una luce meravigliosa.
La stessa luce per cui ora non vengono solo visti ma ammirati.
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Al Villaggio ho imparato a stare con lo sguardo alto nel cielo grazie alle “lacrime di una mamma”, scoprendo “tutti gli incroci possibili in una piazza.” (Fango, Jovanotti)
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Una realtà senza barriere sia fisiche che mentali: era questo il sogno di don Mario, affinché chi tutti i giorni combatte per relazionarsi con gli altri e per farsi accettare non si senta solo. Solitudine che si sconfigge con una semplice carezza, con un sorriso o con un saluto. E vedere che basta questo per far sfociare la gioia dai loro occhi, quando tu ti preoccupi tanto per farti accettare da chi consideri persona normale, ti riempie il cuore.
Qualche giorno fa Valeria mi disse: <<Io non posso lamentarmi, non posso dire niente perché io posso parlare, posso muovermi, anche se su una carrozzina: i miei problemi non sono nulla in confronto a quelli di un paralizzato>>.
Loro hanno accettato i progetti di Dio all’interno della loro vita. Solo noi possiamo renderla più felice.
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Io non mi aspettavo persone con handicap così gravi al Villaggio e per questo motivo ero spaventato.
Però passando del tempo in loro compagnia la paura è scomparsa e mi sono sentito me stesso, come se avessi avuto un seme dentro di me di cui non sapevo l’esistenza e che all’improvviso è spuntato e ha iniziato a crescere.
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Il Villaggio è come un sogno, che rappresenta la semplicità della vita in cui si cerca sempre di trarre gioia e novità da ogni singolo istante.
Ognuno cresce con lo scopo di abbattere le barriere della vita che non ci permettono di accendere la scintilla che è in ognuno di noi.
I ragazzi del campo