8 Febbraio 2016
“Il Giubileo della Misericordia per la liberazione degli schiavi di oggi
Attivati contro la tratta degli essere umani Clicca sul sito “Una luce contro il traffico degli uomini”
Nell’anno del Giubileo della Misericordia la Giornata internazionale/ecclesiale contro
la tratta di esseri umani costituisce un ulteriore invito a costruire percorsi di
liberazione nelle nostre comunità.
La tratta di esseri umani è una delle peggiori schiavitù del XXI secolo. E riguarda
il mondo intero. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) e l’Ufficio
delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) circa 21 milioni di persone,
spesso povere e vulnerabili, sono vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale o
lavoro forzato, espianto di organi, accattonaggio forzato, servitù domestica,
matrimonio forzato, adozione illegale e altre forme di sfruttamento. Ogni anno, circa
2,5 milioni di persone sono vittime di traffico di esseri umani e riduzione in schiavitù;
il 60 per cento sono donne e minori. Spesso subiscono abusi e violenze inaudite.
D’altro canto, per trafficanti e sfruttatori la tratta di esseri umani è una delle attività
illegali più lucrative al mondo: rende complessivamente 32 miliardi di dollari
l’anno ed è il terzo “business” più redditizio, dopo il traffico di droga e di armi.
(Materiale informativo per la giornata del 2016)
Giuseppina Bakhita: schiava e poi santa (da Avvenire online 6 febbraio 2016)
Film online: 1 parte https://www.youtube.com/watch?v=tNcgJiwp-jY; 2 parte https://www.youtube.com/watch?v=cHniWOz1QLc
Schiava. E poi santa «Vedendo il sole, la luna e le stelle, dicevo tra me: “Chi è mai il Padre di queste belle cose?”. E provavo una grande voglia di vederlo, di conoscerlo e di prestargli omaggio». Nacque in uno sperduto villaggio in Sudan, Bakhita, la bambina di colore che approdò in Italia dopo vicende assurde che ancora oggi si ripetono. A 7 anni venne rapita dai mercanti di schiavi che più volte la vendettero nei mercati di El Obeid e Khartum. Alla fine venne acquistata dal console italiano che, al ritorno in patria, la portò con sé.
Allo sbarco a Genova il diplomatico donò la ragazza ai coniugi De Michieli, i quali ebbero una bimba che venne affidata alle cure di Bakhita. In occasione di un viaggio, lasciarono la figlia e la bambinaia presso le suore canossiane a Venezia. Ed è qui che la giovane conobbe quel Dio la cui presenza fin da bambina sentiva nel cuore. Ritornò la padrona per riprendersi la bambina e la schiava. Bakhita, tuttavia, fu irremovibile. Aveva ormai deciso di restare con le canossiane.
Dopo alcuni mesi di catecumenato ricevette i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Quel giorno la sua gioia era incontenibile. Più tardi la si vide spesso baciare il fonte battesimale e ripetere: «Qui sono diventata figlia di Dio!». L’8 dicembre del 1896 emetteva i voti che la consacravano per sempre al Signore. Trascorse il resto della vita nella casa delle canossiane a Schio. La sua umiltà e la sua semplicità conquistavano piccoli e grandi. Amava ripetere: «Siate buoni, amate il Signore, pregate per quelli che non lo conoscono». Morì l’8 febbraio del 1947 e appena si sparse la notizia una grande folla accorse per vedere e venerare l’ultima volta la “Madre Moretta”.
Fu canonizzata nel 2000 da Papa Wojtyla. Gli altri santi. Girolamo Emiliani, fondatore (1486-1537); Beata Giuseppina Gabriella Bonino 81843-1906) Letture. «Facciamo l’uomo a nostra immagine» (Genesi 1,20-2,4a); «O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!» (Salmo 8); «Annullate la parola di Dio con la tradizione» (Marco 7,1-13)